Il giorno 11 marzo 2023 ha avuto luogo la seconda conferenza programmatica nazionale di Italia Atlantica. Tra i temi trattati, quello delle necessarie alleanze per creare, anche a seguito della Costituente di Milano del 14 gennaio 2023, un nuovo centro liberal-democratico in Italia e ristabilire in epoca moderna quella necessaria legittimazione reciproca che dovrebbe esistere tra gli attori politici in Italia, sia a livello nazionale che regionale.
Per questo motivo, le future ed auspicabili alleanze dovranno anzitutto consentire un’opposizione concreta al contrattualismo, alla Sovranità, e adoperarsi per contrastare il dualismo tra il settore pubblico ed il settore privato, allo scopo di ripristinare in Italia una vera democrazia rappresentativa, nella consapevolezza che lo Stato liberale nasce storicamente dalla necessità di una cessione di diritti, per evitare ogni forma di potere assoluto e per conservare i diritti naturali, le libertà individuali.
Italia Atlantica, quale componente LDE, si ritiene consapevole dell’impreparazione della classe dirigente politica del Paese che ha concesso spazio in questi ultimi anni alle elité, la cui strategia si è basata sull’esclusione dell’elettorato e sull’inclusione dei poteri forti, esasperando in modo del tutto innaturale il lasseiz faire del pensiero liberale, tanto da tradurre forzosamente il pensiero economico liberale della demarchia (il potere minimo dello Stato per evitare ingerenze lesive della libertà del cittadino e la costituzione di caste-gruppi) in oligarchia.
L’identità di partito (dal latino pàrs ossia parte, nel senso di aggregarsi) che Italia Atlantica vuole tradurre nella costituente dei Liberali Democratici Europei si confà invece ad un modello politico bipolare (o bilaterale, che dir si voglia), contro ogni bipartitismo (oligarchia), nel quale le forze elettorali potranno manifestare i propri interessi legittimi e le proprie richieste, contro la corporate identity ed il political correct che per anni hanno emarginato gli elettori italiani.
Ma cosa vuol dire oggi bilateralismo? Si definisce bipolare un sistema politico che vede la contrapposizione di due blocchi distinti; a livello nazionale essi sono rappresentati, di solito, da due coalizioni o raggruppamenti di partiti e/o movimenti, che si contendono la conquista del potere. E' bilaterale un sistema politico pluripartitico (pluralità di forze) orientato verso forze convergenti coordinate. La distinzione ha maggiore pregio nel contesto internazionale, dove essere bilaterali significa anzitutto propendere per il multiculturalismo e l'europeismo. Si veda: Definizione dell'agenda politica dell'UE - Consilium (europa.eu).
Ma significa anche condividere e perseguire gli interessi atlantici, come quelli della stabilità, della logistica e dell’interoperabilità.
Per tale ordine di ragioni, l’orientamento strategico del nostro Paese deve essere indirizzato verso idonee e concrete garanzie di stabilità macroeconomica.
Quanto all’interoperabilità, la storia moderna sta dimostrando come l’Europa sia ancora un territorio di importanti attività di intelligence. Le risorse del PNRR permetteranno all’Italia di investire in procedure unificanti, di interscambio e di interazione nei campi dell'informatica, telecomunicazioni, trasporti ferroviari ed aerei, nei sistemi di sicurezza della viabilità, nella salute, nella difesa. Ma è anche logico ritenere che nessun paese extra UE guarderebbe di buon occhio una simile cooperazione tra i 28 Paesi UE, tantomeno qualora si paventasse la formazione di un unico esercito sotto una univoca bandiera a 12 stelle.
Motivo per cui è anzitutto auspicabile un nuovo modello culturale europeo, un meme (dalla parola greca mímēma, che significa “imitazione”), termine utilizzato per la prima volta da Richard Dawkins, etologo e biologo britannico, che nel libro Il gene egoista (1976), cercò di spiegare come si diffondono le informazioni culturali.
Dunque ricercare un senso morale europeo. Quindi definirlo e difenderlo: questa è la vera essenza della politica, della Costituzione repubblicana.
Non è un caso che si sia riacceso il dibattito in Italia sull'introduzione della leva naja ; in effetti potrebbe rappresentare il primo passo verso un esercito europeo, oltre che garantire una forza di difesa fondata su un vero e proprio status giuridico di civil servant, a favore del ripristino del senso civico nazionale. La cultura della legalità e delle istituzioni deve partire anche da questo. Anche dai giovani.
L’Italia ha bisogno di essere più vicina all’Europa. Il predetto dirompente bipartitismo impiega pericolose red flag che offuscano le idee liberali e, con esse, la democrazia; il bilateralismo, invece, opera secondo la logica bottom up – di stampo prettamente statunitense – e, pertanto, richiede di agire mediante la condivisione di un’unica via riformista. Importare gli strumenti e le tecnocrazie politiche di stampo statunitense non significa cedere il passo alle contraddizioni della globalizzazione; tant’è che la stessa vicenda Brexit ha dimostrato come possano coesistere proficuamente necessità nazionali con interessi economici, finanziari, imprenditoriali, diplomatici sovranazionali.
Italia Atlantica è consapevole dell’attuale contesto geopolitico internazionale e riconosce il progresso europeo francese; non a caso il movimento Renew Europe, parte costituente LDE, condivide il progetto liberale italiano al punto da rendersi fondatore. In Francia questo progresso è stato il frutto di condivisibili tendenze anti-comuniste e neo-gaulliste, dove per prima è stata manifestata l’esigenza di una nuova mentalità, idonea a guidare i grandi principi politici comuni.
Parlare di progresso significa dunque intravedere nella dimensione europea l’unica via, l’unico referente. Se il terzo polo francese è sorto in opposizione al socialismo, la chance offerta all’Italia a favore di una grande manifestazione di solidità europea attraverso la rinascita del liberismo democratico o moderno è grande: ora la mentalità richiesta deve essere affine al giusnaturalismo europeo, sia sul fronte culturale che sociale, tanto da alimentare l’animo liberale insito nelle costituzioni del vecchio continente.
La sfida europea della rivoluzione industriale green agevolerà questa transizione sociale; è certo infatti che una politica energetica comune rappresenta un buon terreno d’inizio.
Tra i problemi interni del nostro Paese, Italia Atlantica – quale corrente LDE – riconosce come l’oligarchia italiana presenti in superficie un apparente vuoto di potere, mentre in realtà celerebbe anti-democraticamente un eccesso, una concentrazione di potere. Un vero e proprio problema di dis-informazione, un pericolo per i democratici.
A fianco del CSM, del potere giudiziario, si è consapevoli ad esempio dell’esistenza di tanti altri poteri, talvolta popolari talvolta professionali (ora lobbies ora meri simulacri della politica territoriale), che relegano in un ruolo minoritario persino il Parlamento.
Opporsi a queste ingerenze del tutto strumentali e talvolta illecite è un dovere del cittadino, del politico e delle istituzioni.
Sul versante della spesa pubblica, infine, è comune opinione che il bilancio dello Stato non sia certo un problema di poco conto. La spesa sanitaria dovuta alla pandemia ed i crediti d’imposta concessi nei settori dell’edilizia ed affini hanno addebitato le generazioni future di ulteriori costi. E’ bene anche ricordare, però, che lo Stato vive di tassi di sconto, discount rate; trattasi di costi opportunità connessi all’emissione del debito pubblico, considerato che i titoli di debito vivono in stretta correlazione con le proprie scadenze, il loro rendimento ed il rischio di mercato. Un economista potrebbe facilmente dimostrare come i prezzi delle obbligazioni ed i loro rendimenti siano tra loro inversamente correlati per scadenza: nella pratica, al salire dei prezzi scenderebbero i rendimenti e viceversa. Ma il rendimento ed il rischio sono nella realtà anche positivamente correlati: se uno crescesse, l’altro crescerebbe conseguentemente. E viceversa. Considerato che i flussi di cassa che alimentano le finanze dello Stato vengono espressi per tassi di sconto, inferiori rispetto ai rendimenti dei titoli di debito, è evidente che il costo del debito dovrebbe scendere qualora diminuissero i rendimenti (futuri), dunque il rischio, ed aumentasse il prezzo (attuale) del debito. Tanto basti per riconoscere come in epoca moderna i bassi tassi di interesse – a cui eravamo abituati fino al 2021 – hanno richiesto allo Stato di finanziarsi per mezzo di alte imposte, a fronte di una necessaria minore spesa pubblica (austerity) per garantire l’equilibrio macroeconomico. Affidandoci alla scienza finanziaria, affinché lo Stato possa alimentarsi con entrate e risorse, occorrerebbe invece che il debito emesso possa promettere rendimenti (futuri) più alti a prezzi (attuali) più bassi: in sintesi, lo Stato dovrebbe oggi aumentare il debito pubblico ma ridurre contestualmente le imposte! Questo prima ancora di una qualsiasi riforma fiscale. E’ dunque essenziale che l’Italia adegui le politiche fiscali con quelle monetarie, così da tracciare una linea programmatica di breve medio periodo conforme alle esigenze di bilancio.
Italia Atlantica è consapevole dei pericoli del capitalismo perché attenta agli sviluppi delle recenti bolle finanziarie, alcune create, altre strutturali, che hanno addebitato la popolazione di ulteriori esternalità negative. Ma siamo anche consapevoli che tra l’iper-capitalismo delle crisi finanziarie (un’utopia) ed il capitalismo ortodosso non esistano biases: che non esistano free lunch nel libero mercato. La demagogia del “chi sbaglia paga” dovrebbe invero essere la regola aurea del capitalismo, non certo l’eccezione. Nell’ulteriore consapevolezza dei pregi dell’economia moderna, della regolamentazione se consona al sistema economico, delle abilità dei privati. In fondo, il privilegio del capitalismo del “welfare state” è anche questo: consentire a tutti di competere, ad alcuni di perdere, ad altri di avere successo, sviluppando nel mentre un dato esperienziale concreto e perpetuo. No allora alla demagogia della finanza, sì invece alle regole chiare, semplici ed alla responsabilizzazione degli attori di mercato.
Infine la comunicazione politica. La corrente liberale di LDE – Italia Atlantica – riconosce che tra il linguaggio dell’accademia ed il comune lessico del populismo esista un meta-linguaggio: l’esempio, il caso concreto, l’esperienza, il precedente. Italia Atlantica quale centro di formazione e studio mira anche a questo: si propone di contribuire fattivamente allo sviluppo della liberal democrazia confluita in LDE il 13 gennaio 2023 per modernizzare le strutture politiche territoriali e nazionali, coerentemente con le prospettive atlantiste ed europeiste l’Italia.
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