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25 Aprile: un cimitero da ricordare.


Qualcuno si decida a togliere, o diradare quei fronzoli che distolgono la verità all'occhio di chi la guerra non ha mai visto e che gode di quell'impegno militare. I partigiani non liberarono l'Italia, non potevano davanti all'esercito tedesco. Ma si sono arrogati un diritto ideologico, estrema conseguenza dello spartiacque della imminente guerra fredda tra occidente e oriente.


E’ il 25 Aprile e come ogni Natale celebriamo la libertà. Sarebbe allora, atto dovuto eliminare quella barriera di piante che ostacola la memoria e copre la visuale al viaggiatore, quando passa davanti al cimitero militare americano tra Firenze e Siena, all’altezza dell’uscita stradale per Impruneta.

Probabilmente distratti, invece, le amministrazioni locali si guardano bene di rendere visibile la verità. Furono quei ragazzi che riposano sulla collina ad aver liberato l’Italia, che dovrebbero essere ben visibili, per ricordarlo di tanto in tanto ai viaggiatori che non possono fermarsi un minuto a visitare quel cimitero. Loro sono lì con i loro nomi scolpiti di ragazzi irlandesi, italiani, inglesi, polacchi, ucraini, greci, ispanici, americani, che combatterono sotto la bandiera a stelle e strisce. Croci bianche che gli unisce, tutte uguali per tutti i gradi militari, che per la nostra temerarietà sono venuti a morire a migliaia di chilometri di distanza da casa. La libertà non provenne da Gramsci o da Togliatti, e neppure da Baffone, cui l’Unità tributo' ben otto colonne di giornale alla sua morte. L’Italia stava a quel tempo, tra democrazia e una nuova e tremenda dittatura proletaria, con riciclo completo di caparbi e abili scambiatori di casacca.

Vinsero loro, però, quelli che riposano sotto le croci bianche: soldati e generali assieme, poiché la morte, appunto, livella tutti. Qualcuno si decida a togliere, o diradare quei fronzoli che distolgono la verità all’occhio di chi la guerra non ha mai visto e che gode di quell’impegno militare. I partigiani non liberarono l’Italia, non potevano davanti all’esercito tedesco. Ma si sono arrogati un diritto ideologico, estrema conseguenza dello spartiacque della imminente guerra fredda tra occidente e oriente. Sia pur tra scelte diverse che per fortuna erano state decise da altri a Yalta, scarabocchiate su di un pezzo di carta tra i vincitori, l’Italia tornò libera. Che qualcuno si muova e renda visibile di nuovo quel bel cimitero sulla via di Firenze e Siena dove gli eroi della libertà sono schierati per riconoscere e ricordare a chi dobbiamo tanto.


Enrico Martelloni

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